Psicologa e Psicoterapeuta

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Il mio punto di vista

 
 

Lo sviluppo del Senso di Sé e la costruzione dell'Identità attraverso il viaggio di "Pezzettino"

 

“Pezzettino” di Leo Lionni è un albo illustrato pubblicato nel 1975, che può essere letto a diversi livelli, capace di toccare corde sensibili dell’animo con delicatezza, adatto non solo ai bambini, ma anche agli adolescenti, ai giovani adulti, a chiunque abbia sentito il proprio percorso di costruzione di identità costellato di difficoltà, dubbi, sofferenza e a coloro che hanno sentito vacillare il proprio senso di Sé di fronte ad importanti cambiamenti nella propria vita.

Chi sono?

Quali sono le mie caratteristiche?

Cosa sono capace di fare?

E dove si trovano queste risposte? Dentro di me o nello sguardo degli altri?

I contributi teorici sui concetti di Sé e di Identità, costrutti talora ritenuti coincidenti, per altri autori sovrapposti, sono molto numerosi e riguardano l’ambito filosofico, psicologico e psicoanalitico.

Vorrei qui offrire un mio commento a “Pezzettino”, uno dei miei albi illustrati preferiti, ripercorrendo il suo viaggio alla ricerca di sé richiamando alcuni puntuali contribuiti afferenti al panorama psicoanalitico.

La nascita del senso di Sé avviene precocemente, con la crescita prende forma e si modifica, è una costruzione continuamente in atto, così come la costruzione dell’identità è in trasformazione nel corso della vita, pur nella continuità del sentimento di Sé.

La psicoanalista Mahler colloca la nascita psicologica del bambino nel momento in cui, da una fase di simbiosi e tutt’uno con la madre, si avvia il processo di differenziazione e individuazione. Winnicott, pediatra e psicoanalista inglese, specifica che affinché possa svilupparsi il senso di Sé, che inizialmente è solo potenziale, e si realizzino quei processi integrativi che portano il bambino verso l’espressione di una identità separata, è necessario il supporto di un ambiente facilitante, che possa offrire al bambino attraverso le cure quotidiane, esperienze di contenimento, sintonizzazione, accompagnamento nel processo di separazione e rispecchiamento.

La funzione di rispecchiamento è un meccanismo psicologico fondamentale nel processo di costruzione di identità dell’individuo.  Nell’opera “Gioco e realtà” (1971) Winnicott spiega che il precursore dello specchio è il volto della madre: “Che cosa vede il lattante quando guarda il viso della madre? Secondo me, di solito ciò che il lattante vede è Sé stesso. In altre parole la madre guarda il bambino e ciò che essa appare è in rapporto con ciò che essa scorge“.

Sostenere il processo di costruzione dell’identità del bambino significa quindi offrirgli, al pari di uno specchio, la possibilità di ricevere indietro l’immagine di se stesso, filtrata dagli occhi amorevoli di sua madre.

Ritornando ad uno dei quesiti iniziali, potremmo dire che l’identità non può costruirsi se non all’interno di una relazione, prendendo forma, come direbbe Erickson, attraverso il rispecchiamento e il riconoscimento dell’altro e nell’altro. L’immagine che gli altri ci rimandano è importante e con la crescita gli specchi si moltiplicano, non sono più rappresentati solo dallo sguardo dei genitori, ma anche dei coetanei, degli amici, degli insegnanti, dei colleghi, dei partner. In gioco però non vi è solo la componente sociale ma anche quella intrapsichica collegata ai processi di identificazione e interiorizzazione.

Questo albo illustrato parla della storia di Pezzettino e della sua ricerca del senso di identità proprio attraverso movimenti che si direzionano verso l’esterno e verso l’interno, attraverso il confronto con gli altri e tramite processi di riflessioni personale.

Pezzettino non sa chi è, non riesce a riconoscersi, si sente da meno degli altri, piccolo e poco caratterizzato, gli altri invece hanno una forma articolata, sono compositi, gli appaiono coraggiosi, forti e capaci di realizzare cose meravigliose. Pezzettino si sente così mancante e di poco valore che fa la fantasia di essere un pezzo perduto di qualcun altro, fantasia che richiama la ricerca di un ritorno nel tutt’uno, quindi in uno stato di fusionalità, ma al contempo avvia una ricerca che lo porta a confrontarsi con il mondo esterno e con la realtà.

Pezzettino incontra così numerosi personaggi lungo il suo cammino e chiede loro se lui ne è un pezzetto mancante. Gli altri appaiono poco accoglienti: “Come potrei correre se mi mancasse un pezzetto?” gli risponde Quello-Che-Corre, “Come potrei essere così forte se mi mancasse un pezzetto?” chiede Quello-Forte.

I primi personaggi con cui Pezzettino si relaziona non vanno oltre la sua concreta domanda, non gli offrono quella funzione di rispecchiamento così importante nel consolidamento del senso di identità, che spesso bambini e ragazzi ci chiedono apertamente: “parla tu”, “raccontami di me”, “com’ero da piccolo?” “e poi come sono cambiato?”. Quello-Che-Corre, Quello-Che-Nuota, Quello-Che vola, Quello-Forte si limitano a metterlo di fronte alla realtà che lui non è un loro pezzettino mancante e, implicitamente, all’impossibilità di ritorno ad una condizione fusionale.

Non sempre gli adulti riescono a riconoscere i propri bambini e i propri ragazzi offrendo loro una funzione di rispecchiamento. Talora alcune parti non sembrano poter essere viste, talvolta i desideri e le aspettative genitoriali finiscono per inondare i bambini di aspetti che non gli appartengono, cui i figli cercheranno di aderire per compiacenza, limitando così il proprio Vero Sé e la propria potenzialità di espressione e creatività.  

Non sempre inoltre i genitori riescono ad agevolare il processo di separazione-individuazione del figlio e a supportarlo nella conquista delle autonomie a causa delle proprie difficoltà nel gestire i vissuti di perdita connessi alla separazione e di un loro bisogno nel mantenere la fusionalità.

L’ultimo personaggio con cui Pezzettino si confronta, Quello-Saggio, gli offre maggiore aiuto incoraggiandolo a proseguire la sua ricerca nell’isola Chi-Sono. Possiamo pensare che quest’ultimo personaggio abbia svolto una funzione genitoriale, quantomeno riconoscendo e rispecchiando a Pezzettino le sue potenzialità, trasmettendogli un senso di fiducia nella possibilità di portare a termine la sua ricerca.

Pezzettino riprende in viaggio in un mare burrascoso, per arrivare infine su una roccia deserta, dove non pare essere traccia di anima viva. Come trovare risposte in un luogo tanto impervio e desolato?

Pezzettino inciampa, cade e va in frantumi ma grazie a ciò scopre che anche lui, come tutti gli altri, è fatto di tanti piccoli pezzi. Pezzettino attraverso l’andare in frantumi e il successivo ricomporsi sembra fare esperienza di consolidamento dei suoi confini e riconoscere la propria separatezza: non è il pezzo mancante di qualcun altro. Pezzettino può tornare a casa e condividere la felicità nell’aver riconosciuto la propria individualità e indipendenza: “Io sono me stesso!”.

Che cosa rappresentano per Pezzettino il cadere in frantumi e il ricomporsi, nel processo di riconoscimento e consolidamento della propria identità?

Il finale si offre a più chiavi di lettura e richiama alla mia mente molteplici contributi teorici.

Personalmente mi ha fatto pensare innanzitutto al riconoscimento delle proprie parti, delle proprie caratteristiche che Pezzettino può toccare con mano nel momento in cui va in crisi. Ho quindi ripensato a Bion, al concetto di “cambiamento catastrofico” quindi all’importanza della crisi nel processo di formazione dell’identità, crisi che è condizione necessaria per una crescita trasformativa.

La rottura in frammenti e la ricomposizione di Pezzettino mi ha richiamato il contributo di Winnicott sul processo di integrazione che conduce alla consapevolezza dell’“Io sono” (1962) e alla costituzione di un Sé che può essere consapevole (1988).

Infine mi ha ricordato il contributo di Leon e Rebeca Grinberg (1975) che hanno sottolineano l’importanza dello schema corporeo nel processo di costruzione del sentimento d’identità, corpo che Pezzettino ha ricomposto e di cui ha percepito i confini.

Non mi coglie di sorpresa che i meccanismi che hanno portato Pezzettino a sentirsi se stesso non siano univoci. Anche gli amici di Pezzettino “non erano sicuri di aver capito bene cosa intesse dire però sembrava felice. E così si sentirono felici anche loro”.

Consiglio a tutti la lettura di Pezzettino, soprattutto a chi si interroga su di sé ed è alla ricerca di esperienze di consolidamento dei propri confini.

BIBLIOGRAFIA

Abram J. (1996), Il linguaggio di Winnicott, Franco Angeli, Milano, 2002.

Bion W.R., (1979), Memoria del futuro, L’alba dell’oblio, Cortina, Milano, 2007.

Cotrufo P. e Pozzi R., (2014) Identità e processi di identificazione, Quaderni Centro Napoletano Psicoanalisi, Franco Angeli, Milano 2014.

Erikson E., (1968), Gioventù e crisi d’identità, Armando, Roma, 1974.

Ferruzza E., (2003) Donald W. Winnicott: una mente indipendente, in Lezioni sul Pensiero Post-freudiano di Mangini E., LED, Milano, 2003.

Grinberg L. e Grinberg R., (1975), Identità e cambiamento, Armando, Roma, 1976.

Lionni L., (1975), Pezzettino, Babalibri srl Milano, 2011

Mahler M.S., Pine F., Bergman A., (1975) La nascita psicologica del bambino, Boringhieri, Torino, 1978.

Winnicott D.W., (1962), Sviluppo affettivo e ambiente, Armando, Roma, 2013.

Winnicott D.W., (1971), Gioco e realtà, Armando, Roma, 1974.

Winnicott D.W., (1987), I bambini e le loro madri, Raffaello Cortina, Milano, 1996

Winnicott D.W., (1988), Sulla natura umana, Milano, Raffaello Cortina, 1989